I termini come inquinamento, transizione ecologica, sviluppo sostenibile sono presenti in misura largamente maggiore negli ambìti dibattiti dei media. Ma in che modo vengono affrontate e sviluppate?
Se si conoscesse in maniera più qualificata la provenienza delle informazioni, con molta probabilità si affronterebbe in modo più autentico ogni qualsivoglia problematica relativa all’Ambiente, tematica alquanto inflazionata in molti report giornalistici, all’ordine del giorno dei programmi politici. Ci si chiede, però, in quale forma e con quali tempi e con quale modalità?
L’Osservatorio Sostenibilità e Ambiente istituito nel 2014 in Italia ( www.osa-ecomedia.it ) ha il compito di presentare periodicamente un report relativo a quante e come vengono date dai mass media informazioni relative alle tematiche ambientali. Si tratta di un monitoraggio dei media che riguarda anche la mappatura degli stakeholder e le informazioni relative alle analisi valoriali al fine di avere un quadro completo su come viene sviluppata la comunicazione incluso l’efficacia e l’autorevolezza delle fonti. Importanti le finalità dell’istituto di ricerca che opera nell’ambito della raccolta delle informazioni, stimola gli editori, incentiva la filiera del settore green, appassiona il pubblico , divulga le nuove pratiche, favorisce il dibattito tra esperti. Sulla base di dati valoriali e attendibili. Ma come vengono utilizzati i risultati delle ricerche? Promuovere e sostenere un processo di advocacy attraverso la comunicazione, la cui divulgazione fornisce informazioni utili agli stakeholder , come associazioni , enti, istituzioni,aziende che a loro volta, grazie alla realizzazione di conferenze, scuole, università, favoriscono il confronto e la discussione dei risultati. Tanto di valore è l’attività seminariale e formativa destinata agli operatori del settore che puntano a rafforzare la consapevolezza del suolo strategico dei media nella divulgazione e promozione dello sviluppo sostenibile.
Secondo il RAPPORTO ECO-MEDIA 2022 – Sezione TV, “Le tematiche ambientali sono trattate quasi quotidianamente, ma sono spesso rapportate a questioni politico-economiche o riferite ad argomenti di cronaca. Poco spazio è lasciato all’approfondimento, che trova eventualmente posto nella trasmissione del mattino, Uno Mattina. Un picco si registra durante la Giornata mondiale dell’ambiente, il 5 giugno, e altri picchi legati a parole chiave come cambiamento climatico si evidenziano nei giorni successivi alle catastrofi naturali, come nel caso del crollo della Marmolada a luglio e dell’alluvione delle Marche a settembre. Un’attenzione costante al tema c’è per tutta l’estate, ma è sempre correlata a situazioni d’attualità, come lo scoppio di incendi, la crisi idrica e le ondate di calore che hanno caratterizzato la stagione estiva del 2022………Così si parla di transizione ecologica quasi esclusivamente quando si nomina il Ministro della Transizione Ecologica o quando, non molto spesso, la tematica viene evocata dai politici. La questione del cambiamento climatico viene affrontata in maniera più sistematica solo in prossimità di ricorrenze o catastrofi naturali”.
In effetti, come spiega il documento “c’è bisogno di un giornalismo più moderno, capace di connettersi con le questioni economiche: il green, purtroppo, tende ad essere eccessivamente spettacolarizzato e non viene percepito del tutto nelle forti attinenze con il sistema produttivo”. Si ha necessità di un nuovo programma e nuovi progetti che abbiano a cuore la sostenibilità, non come senso del dovere, ma come esigenza mondiale”. L’informazione deve raccontare le tematiche ambientali non come cronaca per “fare notizia” o per descrivere quello che “non bisogna fare”, ma sviluppare i progetti al fine di “migliorare la qualità di vita e costruire un futuro più confortevole per le persone e per il Pianeta”. ( fonte asvis).