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L’enorme bisogno di produzione del settore ambientale

Limiti e responsabilità dell’unione europea nei confronti dell’industria italiana è il tema affrontato nel corso dell’evento organizzato nella sala Pininfarina presso la sede di Confindustria e che si è tenuto subito dopo l’Assemblea Generale di Confindustria Cisambiente. Esponenti di spicco della politica e dell’industria ambientale si sono confrontati in un dibattito per discutere e trovare soluzioni e proposte politiche in merito agli interventi normativi che riguardano il settore dei rifiuti, oltre a tutte le questioni ambientali sempre all’ordine del giorno in ambito politico, istituzionale, di ricerca, di sviluppo e soprattutto imprenditoriale. Benché si passino di continuo formule dedite al miglioramento delle pratiche industriali al fine di far vivere meglio le imprese, non si riesce ad uscire dall’empasse relativo ai rilevanti incrementi dei costi di produzione nei conti economici aziendali. Nel corso dell’evento ci si è domandati quali possano essere i limiti e le responsabilità della Comunità Europea nei confronti del’industria italiana? Da una dichiarazione rilasciata da Lucia Leonessi, direttore Generale e fondatore di Co9nfindustria Cisambiente, emerge quanto si possa essere “lontani dal fare qualcosa di positivo per l’industria italiana senza che atteggiamenti troppo disinvolti danneggino l’ambiente”. Nel corso del dibattito si sono voluti “delineare perimetri industriali, reali necessità dei lavoratori, la salvaguardia di chi riceve il prodotto e di chi deve a valle smaltire i rsidui , i rifiuti e gli scarti”.

Leonessi dichiara “ dai rifiuti ai Pfas, l’Europa rende difficile la produzione”. Una stretta sulle sostanze perfluoralchiliche ( Pfas) e anche la disciplina dell’etichettatura e degli imballaggi non rende le attività di facile gestione anche per quel che riguarda l’ambito dello smaltimento dei rifiuti, degli scarti. Ecco perché i referenti di Cisambiente puntano i piedi e avviano, oltre che proseguire una ferrea valutazione di rischi e dei limiti.

“Le istituzioni europee sono entrate in maniera pervasiva nella vita delle imprese e dei cittadini” afferma Stefano Sassone, direttore tecnico dell’associazione che, tra l’altro, ricorda il riciclo degli imballaggi con “un’ Europa che ha cambiato la normativa per andare dietro ai Paesi meno virtuosi” dichiara l’europarlamentare Susanna Sassone. Quando, poi, sono necessarie “regole uguali per tutti” conferma Sergio Fontana, Presidente Confindustria Puglia. Si arriva sempre allo stesso punto: “semplificare le procedure avendo regole poche e chiare” suggerisce la viceministra dell’ambiente della sicurezza Vanna Gava, intervenuta al convegno di Cisambiente.

Ma i temi affrontati da Cisambiente non si fermano qui; importanti gli incontri per discutere, esporre problematiche, però poi è necessario intervenire e sviluppare le idee progettuali senza se e senza ma, annullando tempi e burocrazia per non far andare in declino le imprese. L’intento è quello di realizzare modelli di economia circolare per cui l’intero interfaccia d’impresa, istituzionale e non sta lavorando e pianificando attività di sviluppo e ricerca. Ma si torna sempre allo stesso punto che è quello normativo ambientale.

Legislatore e Ministero dell’Ambiente della sicurezza energetica hanno dedicato le loro attività politiche per la realizzazione del programma Nazionale sulla gestione dei rifiuti e per la strategia italiana sull’economia circolare, tenendo conto del nuovo sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti denominato RENTRI.

Dalla normativa all’applicazione passa altrettanto tempo che dovrebbe essere neutralizzato dalla semplicità e fruibilità della normativa stessa. Intanto, tanti gli aspetti messi alla luce di dibattiti e incontri, ma che necessitano di applicabilità immediata, quali una opportuna calibrazione dei criteri ambientali minimi, in particolare il merito alla produzione dei contenitori (e segnatamente in merito alla colorazione di vasche e coperchi, al contenuto di riciclato al loro interno, alla opportuna perimetrazione oggettiva dei contenitori); dare dignità e sostegno, sotto un profilo finanziario, individuando opportuni meccanismi di incentivazione, alla produzione dei fertilizzanti siano in grado di utilizzare le matrici organiche, richiedendo il riconoscimento, ove possibile, a livello normativo e/o regolamentare, alla digestione anaerobica termofila di matrici organiche costituenti rifiuto, tra cui anche fanghi di depurazione; trovare una soluzione alla questione della diversa concentrazione di inquinanti nelle acque di scarico, laddove richiesta dalle regioni italiane, ipotizzando una pavimentazione normativa orizzontale sull’intero territorio italiano. A dir il vero, queste problematiche hanno incontrato l’interesse della componente ministeriale, “avviando in tal modo un percorso, in cui Confindustria Cisambiente intende offrire il proprio supporto termini di conoscenze e best practice, utili a perfezionare e completare l’ottimo lavoro svolto dalle pubbliche istituzioni. È stato fatto anche un sollecito circa la risposta ad un interpello della Regione Lazio avente ad oggetto i chiarimenti relativi al nuovo regime di deroghe relativo alle discariche previsto dall’art. 16-ter del Decreto “Discariche” (D. Lgs. n. 36/2003); la risposta ad interpello sulle novità normative introdotte sulla L.36 dal D. Lgs. 121 del 2020; l’inserimento di AIREC in merito alla partecipazione ai lavori del Comitato di Vigilanza e Controllo, istituito dal DM 22/2013.

 

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